SISTEMA TINTOMETRICO PER L’EDILIZIA E L’INDUSTRIA
di Collini Augusto & Angelo snc
Via Romolo Gessi, 43 - 25100 BRESCIA
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» vedi schedE KIMICOVER

• LA BONIFICA DEI MANUFATTI IN CEMENTO AMIANTO

L'amianto è un minerale che in passato si è prestato a un'ampia gamma di utilizzi edili, in particolare nella produzione di manufatti di fibrocemento, nei quali le fibre di rinforzo sono costituite dall'amianto. Approfondite ricerche mediche hanno poi rivelato
che tale minerale, e quindi i materiali da costruzione con esso realizzati, possono essere pericolosi per la salute dell'uomo, poiché il progressivo invecchiamento o gli stress meccanici, causano il rilascio e la dispersione nell'aria circostante di fibre e polveri di amianto: la respirazione di queste fibre e delle polveri, infatti, può causare a distanza di tempo mortali patologie come l'asbestosi, il mesotelioma pleurico, il carcinoma polmonare.
Un' ampia normativa, recentemente precisata (D.Leg. 277/91, L. 257/92, DM 626/94 e le connesse Direttive CEE, il recente DM 20/8/99), emanata a tutela della salute dei cittadini, ha definitivamente regolamentato l'intera problematica, fissando i valori limite della concentrazione delle polveri e delle fibre di amianto nei luoghi di uso collettivo, le caratteristiche che devono possedere i prodotti usati nella bonifica e i test che i prodotti stessi devono superare al fine di ottenere l'attestato di conformità obbligatorio per legge, attestato che deve essere rilasciato da specifici laboratori con autorizzazione ministeriale esterni ed estranei alle aziende tornitrici dei prodotti.

I. COME VALUTARE LO STATO DI DEGRADO E PERICOLOSITÀ.
I principali indicatori che devono essere monitorati per valutare il degrado del manufatto in cemento amianto e quindi la sua pericolosità connessa al potenziale rilascio di fibre, sono stati fissati nel D.M. del 6/9/94. Essi sono: la friabilità del materiale, lo stato della superficie ed in particolare l'evidenza di affioramenti di fibre, la presenza di sfaldamenti, crepe, o rotture, la presenza di materiale friabile o polverulento in presenza di scoli di acqua o grondaie e la presenza di materiale polverulento conglobato in piccole stalattiti in corrispondenza dei punti di gocciolamento. Il verificarsi di simili condizioni, infatti, è indice di rilascio di fibre e polveri oltre i limiti di sicurezza.
Al fine di contenere il rischio, in presenza di coperture in cemento amianto è quindi consigliabile misurare costantemente le concentrazioni di polveri e di fibre disperse nell'aria, concentrazioni i cui valori limite per quanto riguarda i luoghi di uso collettivo sono fissati dalla legge : è sufficiente una concentrazione di 0.1 fibre/cm3 per fare scattare, a carico del responsabile dello stabile, una serie di obblighi tra cui la comunicazione immediata dei valori riscontrati allaASL/USL ,e negli ambienti di lavoro, l'iscrizione dei lavoratori al registro degli esposti all'amianto. Presso le ASL/USL, infatti, è istituito un registro degli edifici contenenti amianto in fase di rilascio fibre: tali strutture sanitarie hanno anche la responsabilità del controllo e della vigilanza del rispetto dei limiti posti dalla legge. Anche in caso di materiale compatto ed in buone condizioni sono previsti controlli della concentrazione delle polveri e delle fibre, da ripetere ogni tre anni, così come il controllo sanitario a cura del medico competente
per gli eventuali lavoratori presenti.

2. DOVE SI VERIFICANO I PROBLEMI.
In passato si è fatto un ampio uso di materiali edili di cemento amianto: in edifici pubblici quali scuole, caserme, ospedali, in capannoni industriali ed agricoli, in condomini e case isolate. La loro presenza causa oggi una vasta problematica connessa al degrado e quindi alla necessità di bonifica.
Le disposizioni di legge prescrivono obbligatoriamente ai datori di lavoro e ai responsabili dei suindicati edifici pubblici, oltre che agli amministratori di condomini e residences, la denuncia al registro presso le ASL/USL della presenza di amianto libero o friabile, ritenendola facoltativa solo per i proprietari di case private isolate. In considerazione dell'importanza dell'argomento, quindi, le procedure e le attività previste dalla normativa comportano per i titolari degli immobili responsabilità soggettive e, nel caso di omissioni ed inadempienze, sanzioni e pene.

3. COME SI REALIZZA LABONIFICA.
Quando il cemento amianto è diventato ormai pericoloso a causa del degrado e dell'invecchiamento, al fine di evitare ogni rischio per la salute e le sanzioni per mancato rispetto delleleggi, è obbligatorio procedere alla bonifica. Questa potrà essere realizzata per mezzo della rimozione totale del manufatto - quando è molto deteriorato e risulta impossibile l'incapsulamento - oppure tramite diverse tipologie di incapsulamento sul posto.Tale procedura prevede il monitoraggio successivo delle condizioni dell'incapsulamento, nei casi in cui il degrado del manufatto in cemento amianto è medio e non lo si vuole rimuovere, oppure quando, pur non essendo degradato, rischia continuamente di essere rotto mediante urto, strofinamento, abrasione, situazioni in cui si rende necessario il confinamento previo incapsulamento.
Tali operazioni devono essere compiute con cicli incapsulanti realizzati con prodotti di sicura affidabilità, capaci di bloccare l'amianto e renderlo innocuo. Essi devono rispondere alle caratteristiche stabilite dalla normativa , che fissa i test e le prove da superare per ottenere la certificazione di idoneità all'impiego rilasciata da specifici laboratori autorizzati. Solo il corretto uso dei prodotti certificati pone al riparo dalle eventuali sanzioni connesse con i controlli ASL/USL (DM 20.8.99).

4. LE CARATTERISTICHE PRESTAZIONALI E I TEST DEI RIVESTIMENTI INCAPSULANTI.
- Incapsulamento di TIPO A, a vista all'esterno.
Si tratta del caso, ad esempio di un tetto non accessibile. Lo spessore medio del rivestimento incapsulante secco non dovrà essere inferiore a 300 micron ed in nessun punto inferiore a 250 micron. Il colore degli ultimi due prodotti dovrà essere diverso e contrastante. Lo spessore medio dell'ultimo prodotto non dovrà superare lo spessore medio del penultimo oltre il 20%.
Ai prodotti impiegati è richiesto il superamento delle seguenti prove:

  1. Aderenza (UN I 10686)
  2. Impermeabilità all'acqua (UNI 10686)
  3. Resistenza al gelo-disgelo (UNI 10686)
  4. Prova di sole pioggia (UNI 10686)
  5. Resistenza all'invecchiamento accelerato (UNI 10686)
  6. Reazione al fuoco (se lo spessore totale del rivestimento supera i 600 micron DM n.48 26.06.1984).

- Incapsulamento di TIPO B,a vista all'interno.
Si applica ai manufatti in cemento amianto situati a vista ali' interno.
Lo spessore medio del rivestimento incapsulante secco non dovrà essere inferiore a 250 micron ed in nessun punto inferiore a 200 micron. Il colore degli ultimi due prodotti dovrà essere diverso e contrastante. Lo spessore medio dell'ultimo prodotto non dovrà superare lo spessore medio del penultimo oltre il 20%.
Ai prodotti impiegati è richiesto il superamento delle seguenti prove:

  1. Aderenza (UNI 10686)
  2. Reazione al fuoco (UNI 10686)
  3. Resistenza al lavaggio (UNI 10560 risultato non inferiore a 5000 cicli di lavaggio).

- Incapsulamento di TIPO C, non a vista, confinamento.
Si applica a supporto degli interventi di confinamento, prima di realizzare controsoffitti,
sovracoperture con pannelli accoppiati, strutture che, in generale, confinano al loro interno il cemento amianto.
Lo spessore medio del rivestimento incapsulante secco non dovrà essere inferiore a 200 micron in nessun punto.
I prodotti di bonifica dovranno superare le seguenti prove :

  1. Aderenza (UNI 10686)
  2. Impermeabilità all'acqua (UNI 10686)
  3. Resistenza al gelo - disgelo (UNI 10686)
  4. Reazione al fuoco (se lo spessore totale del rivestimento supera i 600 micron DM n.48 26.06.1984).

- Incapsulamento di TIPO D, ausiliario alla rimozione.
Tale procedimento si pratica quando il materiale è così rovinato che si rende indispensabile la sua rimozione totale.
Il rivestimento incapsulante dovrà essere di colore contrastante con quello del supporto. Il fornitore dovrà indicare lo spessore
del film secco, la quantità da applicare per unità di superficie ed il tempo di essiccazione.

5. COME REALIZZARE UNA BONIFICA A REGOLA D'ARTE.
Verificata la necessità dell'operazione i responsabili degli edifici coinvolti dovranno verificare che l'intervento venga affidato ad operatori di ditte specializzate dotate di apposito patentino, ottenibile mediante specifico corso di formazione professionale regionale. Dovranno altresì assicurarsi che i prodotti impiegati possiedano le caratteristiche prestazionali richieste dalla legge e le relative certificazioni, emesse, come già sottolineato da appositi istituti autorizzati dal Ministero.

• SISTEMA KIMICOVER : LA SOLUZIONE KIMIA PER LA BONIFICA DEL CEMENTO AMIANTO.

Per risolvere definitivamente i problemi della bonifica del cemento amianto, i laboratori Kimia hanno studiato il Sistema Kimicover, composto da tré prodotti la cui combinazione assicura la perfetta neutralizzazione - a norma di legge - dei manufatti realizzati con questo pericoloso materiale.
Il Sistema Kimicover, infatti, possiede tutte le certificazioni richieste dalla normativa vigente. I prodotti, applicati all'interno del laboratorio di certificazione, come richiede la legge, hanno superato tutte le prove richieste e possiedono, quindi, tutti i requisiti previsti. I test, inoltre, hanno verifìcato che le caratteristiche prestazionali dei rivestimenti incapsulanti del Sistema Kimicover hanno - in media - valori molto superiori a quelli prescritti.
La qualità e l'affidabilità dei prodotti Kimicover consentono di risolvere agevolmente anche un aspetto problematico del trattamento di bonifica: la pulitura del supporto. Le coperture in cemento amianto esistenti, infatti, presentano spesso problemi di sporcizia ( polveri, particellato atmosferico, smog, croste nere, muschio, alghe e licheni, guano ecc.) che possono condizionare il funzionamento del ciclo incapsulante.
Il sistema Kimicover grazie alla particolare tenacità del primer, diminuisce notevolmente la necessità del lavaggio preliminare del supporto. Nel caso di croste o di depositi di smog particolarmente densi, è possibile utilizzare il pulitore Kimistone C 10.10, con le precauzioni previste dalla normativa sullo smaltimento delle acque reflue di lavaggio. Il primer Kimicover a base acquosa esente da solventi, inoltre, risulta particolarmente idrofilo e penetrante anche in presenza di licheni. In presenza di crepe, rotture, sfaldamenti e muschio, molto spesso uniti ad altri indicatori di degrado si consiglia comunque sempre la rimozione